Basandosi sul pensiero di Heidegger, egli afferma che l’esegesi di un testo biblico non è possibile senza alcuni presupposti che ne guidino la comprensione. In questo campo, l’esegesi femminista potrà essere utile alla Chiesa solo nella misura in cui non cadrà nelle stesse trappole che essa denuncia e non perderà di vista l’insegnamento evangelico sul potere come servizio, insegnamento rivolto da Gesù a tutti i discepoli, uomini e donne.[2]. Ad Gentes, 22). Ci sono poi altre pubblicazioni che rendono un grandissimo servizio adattandosi a diverse categorie di lettori, dal pubblico colto fino ai ragazzi del catechismo, passando per i gruppi biblici, i movimenti apostolici e le congregazioni religiose. Molti linguisti e studiosi di materie letterarie hanno avuto un’influenza notevole nell’evoluzione del metodo. Aprono la strada a una comprensione pluridimensionale della Scrittura e aiutano a decifrare il linguaggio umano della Rivelazione. Mt 23, 13). Numerose sono le sette che propongono come vera soltanto un’interpretazione, di cui affermano di aver avuto la rivelazione. Si possono distinguere tre approcci diversi. anche Sal 2, 7-8; 110, 1.4). Tutto lo sforzo dell’esegesi storico-critica è quello di definire il significato preciso di un dato testo biblico nelle circostanze in cui fu composto. Prima, l’interpretazione giudaica cristiana della Bibbia non aveva una coscienza chiara delle condizioni storiche concrete e diverse nelle quali la Parola di Dio si è radicata. L’attualizzazione, basata sulle stesse convinzioni, continua necessariamente a essere praticata nelle comunità credenti. A questa ricerca dei generi letterari si collega lo «studio critico delle forme» (Formgeschichte) inaugurata nell’esegesi dei sinottici da Martin Dibelius e Rudolf Bultmann. Attualmente attirano particolarmente l’attenzione i movimenti di liberazione e il femminismo. È Padre, ma è anche Dio di tenerezza e di amore materni. Se le Scritture, come abbiamo ricordato sopra, sono un bene di tutta la Chiesa e fanno parte dell’«eredità della fede» che tutti, pastori e fedeli, «conservano, professano e mettono in pratica in uno sforzo comune», rimane tuttavia vero che «l’ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo magistero vivo della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo» (Dei Verbum, 10). Isacco capisce e si lascia legare per poi essere adagiato sull'altare di legno. Questo genere di lettura trova sempre più numerosi aderenti nel corso dell’ultima parte del XX secolo, in alcuni gruppi religiosi e sette e anche tra i cattolici. Sarà più tecnico nelle facoltà, mentre conserverà un orientamento più direttamente pastorale nei seminari; ma non potrà mai essere privato di una seria dimensione intellettuale. Dei Verbum, 21), la Bibbia è lo strumento privilegiato di cui Dio si serve per guidare, anche ora, la costruzione e la crescita della Chiesa in quanto popolo di Dio. Nel popolo cristiano sono state intraprese numerose iniziative per una lettura comunitaria e non si può che incoraggiare questo desiderio di una migliore conoscenza di Dio e del suo disegno di salvezza in Gesù Cristo attraverso le Scritture. La Bibbia stessa attesta che la sua interpretazione presenta varie difficoltà. Non accorda nessuna attenzione alle forme letterarie e ai modi umani di pensare presenti nei testi biblici, molti dei quali sono frutto di una elaborazione che si è estesa su lunghi periodi di tempo e porta il segno di situazioni storiche molto diverse. Da questa lotta scaturirà la prassi cristiana autentica, tendente alla trasformazione della società per mezzo della giustizia e dell’amore. Questa duplice serie di scritti ha ricevuto, in seguito, il nome di “Nuovo Testamento”. L’ermeneutica femminista non ha elaborato un metodo nuovo. Intere opere sono state dedicate all’interpretazione psicanalitica di testi biblici. Non si tratta di proiettare sugli scritti biblici opinioni o ideologie nuove, ma di ricercare con sincerità la luce che essi contengono per il tempo presente. ; 10, 5-9 e par.). La fecondità della catechesi dipende dal valore dell’ermeneutica usata. La catechesi, evidentemente, non può sfruttare che una piccola parte dei testi biblici. Nei testi che riferiscono l’insegnamento di Gesù, per esempio le parabole, molti dettagli possono essere illuminati grazie a questo approccio. La retorica classica distingue, di conseguenza, tre fattori di persuasione che contribuiscono alla qualità di un discorso: l’autorità dell’oratore, l’argomentazione del discorso e le emozioni che esso suscita nell’uditorio. Non si trattava da parte sua di capriccio da contestatore, ma, al contrario, di fedeltà più profonda alla volontà di Dio espressa nelle Scritture (cf. La retorica classica, a partire da Aristotele, ammette la distinzione di tre generi di eloquenza: il genere giudiziario (davanti ai tribunali), il genere deliberativo (nelle assemblee politiche) e il genere dimostrativo (nelle celebrazioni). I moralisti hanno quindi buone ragioni di porre agli esegeti molti e importanti interrogativi, che stimoleranno la loro ricerca. Reciprocamente, l’esegesi deve lasciarsi illuminare dalla ricerca teologica. Intervengono numerosi fattori, in rapporto con il livello generale di vita cristiana. La giusta conoscenza del testo biblico è accessibile solo a colui che ha un’affinità vissuta con ciò di cui parla il testo. Ne sono una testimonianza innanzi tutto le opere direttamente legate alla comprensione delle Scritture, cioè le omelie e i commentari, ma anche le opere di controversia e di teologia, in cui il riferimento alla Scrittura serve da argomento principale. Questo pluralismo di metodi e di approcci è apprezzato dagli uni come un indizio di ricchezza, ma ad altri dà l’impressione di una grande confusione. Gli scritti dell’Antico Testamento contengono elementi «imperfetti e caduchi» (Dei Verbum, 15), che la pedagogia divina non poteva eliminare subito. La spiegazione che viene data dei testi biblici nel corso dell’omelia non può entrare in molti dettagli. Da parte loro, gli esegeti devono orientare le loro ricerche in modo tale che «lo studio della Sacra Scrittura» possa effettivamente essere «come l’anima della teologia» (Dei Verbum, 24). Ma anche allora la testimonianza della Bibbia, compresa nel suo vigoroso dinamismo d’insieme, non può mancare di aiutare a definire un orientamento profondo. L’approccio fondamentalista è pericoloso, perché attira le persone che cercano risposte bibliche ai loro problemi di vita. Quando si tratta dell’uso di testi particolari, gli autori del Nuovo Testamento fanno naturalmente ricorso alle conoscenze e ai procedimenti di interpretazione del loro tempo. Le tappe che la critica storica percorre metodicamente hanno bisogno di essere completate da una studio dei diversi livelli della realtà espressa nei testi. Il fondamento teologico dell’inculturazione è la convinzione fede che la Parola di Dio trascende le culture nelle quali è stata espressa e ha la capacità di propagarsi nelle altre culture, in modo da raggiungere tutte le persone umane nel contesto culturale cui vivono. L’analisi semiotica, se non si perde negli arcani di un linguaggio complicato e viene insegnata in termini semplici nei suoi elementi principali, può risvegliare nei cristiani il gusto di studiare il testo biblico e di scoprire alcune delle sue dimensioni di significato senza possedere tutte le conoscenze storiche che si riferiscono alla produzione del testo e al suo mondo socio-culturale. Lc 1, 2; 1 Gv 1, 1-3) e garantita dallo Spirito Santo (cf. Il senso letterale è, fin dall’inizio, aperto a sviluppi ulteriori, che si producono grazie a “riletture” in contesti nuovi. Ciò che contribuisce a dare alla Bibbia la sua unità interna, unica nel suo genere, è il fatto che gli scritti biblici posteriori si basano spesso sugli scritti anteriori. Nel loro lavoro di interpretazione, gli esegeti cattolici non devono mai dimenticare che ciò che interpretano è la Parola di Dio. Non è possibile riassumere qui il loro pensiero; sarà sufficiente indicare alcune idee centrali della loro filosofia che hanno un’incidenza sull’interpretazione dei testi biblici.[3]. Particolarmente attenta agli elementi del testo che riguardano l’intreccio, i personaggi e il punto di vista del narratore, l’analisi narrativa studia il modo in cui la storia viene raccontata così da coinvolgere il lettore nel “mondo del racconto” e nel suo sistema di valori. Providentissimus, EB 110-111; Divino afflante Spiritu, 28-30, EB 554; Dei Verbum, 23; PCB, Instr. Eva si lascia tentare e, dopo aver ingerito una mela, la fa assaggiare senza accorgersi dell'errore anche ad Adamo. Nel caso dell’esegesi cattolica, si tratta di una precomprensione basata su certezze di fede: la Bibbia è un testo ispirato da Dio e affidato alla Chiesa per suscitare la fede e guidare la vita cristiana. Dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre, Adamo ed Eva si costruiscono un proprietà personale nella Terra disabitata e danno alla luce due figli: Abele e Caino. Il contributo moderno delle ermeneutiche filosofiche e gli sviluppi recenti dello studio scientifico delle letterature permettono all’esegesi biblica di approfondire la comprensione del suo compito, la cui complessità è diventata più evidente. Gli approcci “sincronici”, qualunque sia il loro interesse, non sono in grado di sostituirle. D’altra parte, però, la distinzione tra “autore reale” e “autore implicito” aumenta la complessità dei problemi di interpretazione. La predicazione farà opera più utile e più conforme alla bibbia se aiuta prima di tutto i fedeli a «conoscere il dono di Dio» (Gv 4, 10), così com’è rivelato nella Scrittura, e a comprendere modo positivo le esigenze che ne derivano. Le ricerche attuali vertono soprattutto sull’enunciazione e sull’intertestualità. Credendo che sia Adamo che Eva che il Signore stesso lo preferiscano a lui, Caino un giorno attrae Abele con l'inganno lontano dal campo del pascolo e, mentre costui è girato, lo uccide fracassandogli la testa con un bastone e con un masso. L’esegesi antica, che non poteva evidentemente prendere in considerazione le esigenze scientifiche moderne, attribuiva a ogni testo della Scrittura diversi livelli di significato. Dio se ne accorge e, sapendo già tutto, punisce Satana tramutandolo in serpente e cacciando dall'Eden Adamo ed Eva.Adesso i due, come il resto della razza umana, conoscerà il dolore, la sofferenza, la fatica del lavoro e la cattiveria, per colpa del Peccato originale del frutto. Come pratica collettiva, è attestata nel III secolo, all’epoca di Origene; questi faceva l’omelia a partire da un testo della Scrittura letto in modo continuato durante la settimana. Ma un giorno Dio decide di mettere alla prova il suo beniamino Abramo. L’esistenza di doppioni, di divergenze inconciliabili e di altri indizi manifesta il carattere composito di certi testi, che vengono allora divisi in piccole unità, di cui si studia la possibile appartenenza a fonti diverse. Nei paesi di più recente evangelizzazione il problema si pone in termini diversi. Il ricorso frequente alla Bibbia nel ministero pastorale, raccomandato dalla Dei Verbum (n. 24), assume forme diverse a seconda del tipo di ermeneutica di cui si servono i pastori e che i fedeli possono comprendere. Questa tappa ha avuto inizio fin dai tempi dell’Antico Testamento quando il testo ebraico della Bibbia fu tradotto oralmente in aramaico (Ne 8, 8.12) e, più tardi, per iscritto in greco. In diversi paesi sono state realizzate pubblicazioni, con l’aiuto di esegeti, per aiutare i responsabili pastorali a interpretare correttamente le letture bibliche della liturgia e ad attualizzarle in mo valido.

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