[82] Tatticamente la battaglia anticipò quella di Canne. Servendosi anche di un'applicazione multimediale il professor Barbero ha dimostrato che l'accerchiamento avvenne perché la cavalleria cartaginese, dopo avere sfondato la linea dei Romani, non si sparpagliò ma rimase compatta e, tornando indietro verso il centro dello scontro, colse alle spalle i Romani[101]. [110], Nel 214 a.C. Annibale occupò il Bruzio e conquistò gli importanti porti di Locri e Crotone da dove sperava di potere entrare in contatto con la madrepatria[111], ma un nuovo attacco a Nola venne respinto da Claudio Marcello. Si trattava di un'armata composta da 80 000[41]-90 000 fanti[42][43][44] e 10 000[41]-12 000 cavalieri,[42][43][44] oltre a 37 elefanti. Tu, Annibale, sai vincere, ma non sai usare della vittoria". Generalmente viene indicato il 182 a.C. ma, come sembra potersi dedurre da Tito Livio, potrebbe essere stato il 183 a.C., lo stesso anno della morte del suo vincitore: Scipione l'Africano. Assaltati com'erano da due fronti riuscirono ad aprirsi il passo tra la massa di Cartaginesi e, terrorizzati, fuggirono verso i loro villaggi. Nel 190 a.C. Annibale fu posto al comando della flotta fenicia, ma fu sconfitto in una battaglia alle foci dell'Eurimedonte. L'educazione di Annibale fu di stampo ellenistico, e fu seguita da pedagoghi greci, tra i quali Sosilo, che avrebbe narrato le imprese annibaliche in libri andati perduti. Cartagine fornì solo una forza relativamente ristretta e Amilcare accompagnato dal figlio Annibale, che allora aveva nove anni, intraprese nel 237 la marcia lungo le costa del Nord Africa fino alle Colonne d'Ercole. A Gebze si trova un monumento che ricorda il grande Annibale. L'esercito si fermò nei suoi pressi per due giorni, sorpreso anche da una nevicata, caduta mentre la costellazione delle Pleiadi tramontava. Qui apprese quanto era stato deliberato a Roma e a Cartagine. Così Annibale, fatte passare tranquillamente le rimanenti truppe, pose i propri accampamenti, non curandosi più della minaccia gallica. La popolazione dei celti Graioceli (Alpi Graie) da sempre nemici dei romani, poteva fornire valide guide per il generale cartaginese. [57], Tito Livio racconta di come furono trasportati gli elefanti. La sconfitta a Zama pose fine alla residua resistenza di Cartagine e alla Seconda guerra punica, ma Annibale dette un'ultima prova delle sue grandi qualità di condottiero, dimostrandosi in grado, anche nelle circostanze sfavorevoli del momento, di concepire e controllare l'andamento tattico della battaglia meglio del suo brillante avversario[138]. Si ritiene che l’indugio di quel giorno abbia significato la salvezza di Roma e del suo impero.[102]». [54] Dopo essere giunto al guado venne tagliato in gran fretta il legname con il quale furono costruite imbarcazioni, sulle quali potevano essere trasportati cavalli, soldati e bagagli. Annibale aveva appena 46 anni e dimostrò di sapere essere non solo un condottiero, ma anche un uomo di stato. 377 people follow this. P.IVA - Cod. Inizialmente Annibale lo seguì senza guardarsi intorno. Acquisì quella straordinaria tempra fisica che avrebbe conservato fino a oltre cinquant'anni: a cinquantadue fu infatti in grado di percorrere a cavallo, in sole quattordici ore, i duecento chilometri che separavano Cartagine dal punto di imbarco da cui sarebbe partito, esule, per l'Oriente. Il condottiero sperò forse in un primo tempo di avere raggiunto la vittoria finale; alcuni prigionieri furono inviati a Roma per trattare il riscatto ma il senato romano rifiutò ogni discussione e si dimostrò deciso a continuare la guerra. Sorgi, vendicatore, dalle mie ossa, chiunque tu sia, a perseguitare i coloni Dardanidi col ferro e col fuoco, ora, e nei tempi, e ogni volta che basteranno le forze! [19] Adhuc puer, ante aram et coram principibus Carthaginis odium aeternum contra Romanos iurat. Così Tito Livio descrive il particolare momento della guerra in corso ormai da otto lunghi anni: «Non vi fu un altro momento della guerra nel quale Cartaginesi e Romani [...] si trovarono maggiormente in dubbio tra speranza e timore.Infatti, da parte dei Romani, nelle province, da un lato in seguito alle sconfitte in Spagna, dall'altro per l'esito delle operazioni in Sicilia (212-211 a.C.), vi fu un alternarsi di gioie e dolori. Sfortunatamente rimase ucciso durante l'attraversamento di un fiume. L'attività aziendale che svolge l'impresa è Commercio al dettaglio di carni e di prodotti a base di carne. Prima tappa fu Tiro, la città-madre di Cartagine. [94] Annibale inoltre non mancò di seminare confusione e sospetto nel campo nemico incendiando e devastando i terreni attraversati dal suo esercito ma risparmiando i possedimenti di Fabio Massimo, insinuando in questo modo il dubbio su possibili accordi segreti con il dittatore romano.[95]. Ma se da un lato era vero che nessun esercito si frapponeva più fra lui e Roma, man mano che si addentrava in Umbria, dovette constatare che le popolazioni continuavano a rimanere fedeli a Roma e a lui ostili,[92] pertanto preferì sfruttare la sua vittoria per spostarsi dal Centro al Sud Italia tentando di suscitare una rivolta generale contro il dominio di Roma. Racconta Plutarco che Annibale si spinse a cercare rifugio nel lontano regno del re Artassa, nell'attuale Armenia, dando molti consigli al proprio ospite, tra l'altro sulla costruzione di una nuova città in una zona del territorio di natura eccellente e assai amena, ma incolta e trascurata. Infatti la maggior parte delle città sottomesse a Roma non si ribellarono come lui aveva sperato. "I Romani, avendo notizia della disgrazia occorsa a Sagunto, non stettero affatto a discutere se fare o non fare guerra, come assurdamente riferiscono alcuni scrittori" (Polibio). [2] Conquista agevolata da Roma che, impegnata su altri fronti, credeva di avere tempo a disposizione: "Ma, facendo ciò, i Romani sbagliarono. [97] Nel tentativo di sfondare le linee dei Galli, i Romani furono attaccati sui fianchi dalla fanteria pesante africana e presto, compressi in uno spazio ristretto, non poterono fare valere la loro superiorità numerica e furono messi in difficoltà. La repressione di Roma fu spietata: i nobili campani vennero in buona parte giustiziati e tutti gli abitanti vennero venduti come schiavi; Capua, ridotta in rovina, venne trasformata in borgo agricolo sotto il controllo di un prefetto romano. Con stile piano e scorrevole il libro rievoca la vita e le imprese leggendarie di Annibale, il condottiero cartaginese che nel corso della seconda guerra punica (218-201 a.C.) inflisse ai romani una serie di spaventose disfatte (la più devastante nella battaglia di Canne, 216 a.C). Il condottiero cartaginese nel 215 a.C. tentò di estendere il suo dominio in Italia meridionale ma subì alcuni insuccessi nel tentativo fallito di occupare Nola difesa dal tenace Marco Claudio Marcello. [55] Passato il fiume Annone fece avvertire Annibale con segnali di fumo da un'altura lì vicina. La brutale vendetta di Roma fece vacillare la decisione delle altre popolazioni vicine. Lo scontro tra i due reparti di cavalieri fu inevitabile, e sebbene la vittoria arrise ai Romani, poiché i Numidi si diedero alla fuga, i morti e feriti furono in egual numero da entrambe le parti. A questo squadrone di cavalleria si fecero incontro trecento cavalieri romani, che erano stati inviati dal console Scipione dalla foce del Rodano, dove l'esercito romano era sbarcato. Il titolo era diventato abbastanza insignificante, ma Annibale gli ridiede potere e prestigio. [78] Nel frattempo Publio Scipione, inviato il fratello Gneo in Spagna con la flotta e parte delle truppe, era ritornato in Italia attestandosi a Piacenza. Curioso (ma non si sa quanto veritiero) a questo punto l'oracolo che, in giovane età, lo aveva sempre convinto che sarebbe morto in Libia, a Cartagine e che citava testualmente: "Una zolla libyssa (libica) ricoprirà le tue ossa". Log In. Guarda le traduzioni di ‘Annibale’ in latino. Egli allora finse di acconsentire. Annibale subito accorse a Locri nel Bruzio dove disperse le forze romane che l'assediavano; cadde prigioniero anche il comandante romano, il futuro storico Lucio Cincio Alimento; anche la campagna del 208 a.C. si chiuse favorevolmente per il condottiero cartaginese[126]. [117], «[...] il desiderio di una tale impresa non lo aveva mai abbandonato. Annibale sbarcò con i veterani ad Adrumeto, dove erano i possedimenti della sua famiglia. [50], In seguito dovette scontrarsi con le tribù galliche alleate alla colonia greca di Marsiglia e – contrariamente alle aspettative del generale cartaginese – del tutto indifferenti alla situazione delle consorelle che occupavano la Pianura Padana e sentivano la pressione delle armi romane. Decise così di muovere guerra a Sagunto[28] – città alleata a Roma – con la motivazione che si trovava a sud dell'Ebro e quindi rientrava nei territori di competenza dei Cartaginesi e non dei Romani, anche se le era stato imposto dai Romani, con la violenza e l'inganno, un governo fantoccio filo-romano che ora attaccava gli alleati dei Cartaginesi (vedi Polibio e lo storico Massimo Bontempelli). Consigliò quindi di equipaggiare una flotta e portare un esercito nel sud Italia aggiungendo che ne avrebbe preso lui stesso il comando. Fu accolto con successo di pubblico il dramma De nederlaag van Hannibal (1653) di Jurriaen Bouckart che racconta la vita di Annibale dopo Zama. [26] Annibale riuscì però a battere i loro eserciti congiunti, composti da ben 100 000 armati (principalmente Carpetani). [67], Sempre secondo il racconto Annibale dal fiume Druenza per strade relativamente piane giunse alle Alpi senza subire ulteriori attacchi da parte delle popolazioni celtiche del posto. Negli anni della sua permanenza in Spagna, Annibale, pur essendo giovanissimo, si trasformò in un soldato. Controllato e infastidito da vicino dalle truppe del dittatore Quinto Fabio Massimo che sarà detto "il Temporeggiatore"[93], in questa fase Annibale riuscì solo parzialmente nel suo intento di minare la solidità dello stato romano. A Roma, quando in senato furono annunciate queste cose, ci fu una grande gioia. Fu così che preferì saccheggiare quelle città che non poteva difendere per abbandonare ai nemici solo luoghi devastati. Nel 213 a.C. la situazione sembrò volgere nuovamente a favore di Cartagine: Siracusa ruppe l'alleanza con Roma e l'intera Sicilia si ribellò; Annibale riuscì a conquistare, grazie alla collaborazione di una fazione della città, la colonia greca di Taranto, anche se la rocca che controllava l'importante porto, rimase in mano ai Romani.[112]. Dopo una breve sosta per lasciare riposare i soldati Annibale mosse lungo la valle del Po sconfiggendo i Romani, guidati dal console Publio Cornelio Scipione, in un combattimento lungo il Ticino; il console rischiò di essere ucciso e la cavalleria numidica si dimostrò molto pericolosa; le legioni si ritirarono e furono costrette a evacuare buona parte dell'attuale Lombardia. La sconfitta che fece vincere Roma, Hannibal. E invece sembra abbia fatto confusione riguardo al numero complessivo, comprendendo oltre all'armata iniziale anche quella che si unì al condottiero cartaginese tra Liguri e Galli, e contandone perciò 80 000 fanti e 10 000 cavalieri. Fu quindi ricoperta di uno strato di terra, come se fosse un ponte, in modo che gli elefanti vi entrassero con fiducia. Nello stesso luogo catturò anche Magone, fratello di Annibale, e lo inviò a Roma con altri. [18] Per otto anni Asdrubale comandò le forze cartaginesi consolidando la presenza punica, edificando una nuova città (Carthago Nova – oggi Cartagena). [45], Dopo avere valicato il fiume Ebro, disponendo l'esercito su tre colonne,[42] iniziarono i primi problemi. La seconda guerra punica terminò con l'attacco romano a Cartagine, che costrinse Annibale al ritorno in Africa nel 203 a.C., dove fu definitivamente sconfitto nella battaglia di Zama, nel 202 a.C.. Dopo la fine della guerra Annibale guidò Cartagine per alcuni anni, ma fu costretto all'esilio dai Romani e nel 195 a.C. si rifugiò dal re seleucide Antioco III in Siria, dove continuò a propugnare la guerra contro Roma. Deinde cum patre Hispaniam petit, ubi imperium copiarum tenet bellumque cum Romanis incipit. (H)annĭbal; in punico "la mia grazia è Ba᾿al"). [64] Questo territorio compreso tra i due fiumi era abitato dagli Allobrogi, gente assai potente e ricca nella Gallia di quel periodo. Nella primavera del 217 a.C. Annibale decise di trovare a sud una base di operazioni più sicura. La tradizione storiografica romana ha dato grande importanza a questi cosiddetti "ozi di Capua" che avrebbero compromesso la solidità e la combattività di Annibale e del suo esercito, fiaccati dai piaceri del soggiorno nella città campana[105]. Nell’autunno del 218 a.c. un esercito cartaginese partito sei mesi prima dalla Spagna arrivava nella pianura padana attraverso uno dei passi , mai chiaramente identificato, che sono compresi fra il Piccolo Moncenisio e il Monviso. Di fronte a simili difficoltà, credo che chiunque avrebbe lasciato perdere.

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